Domiziano imperatore e il sogno dinastico di una gens romana, in mostra ai Musei Capitolini

Roma dedica una mostra all’ultimo regnante della famiglia Flavia aprendo nuovi spiragli sulla figura dell’Augusto

 

Domiziano Imperatore. Odio e amore

Essere imperatore romano allo scadere del I secolo d.C. non dov’essere stata facile. Roma è una potenza ancora in espansione e la relativa recente trasformazione da repubblica a impero comporta inediti giochi di poteri e di riorganizzazione dello Stato; in questo clima, da poco più di dieci anni un nuovo ramo dinastico succede a quello giulio-claudio, la famiglia dei Flavi. Domiziano (in carica dall’81 al 96), fratello dell’imperatore Tito (79-81) e figlio di Vespasiano (69-79), una volta investito del nuovo ruolo cerca di perseguire gli obbiettivi iniziati dai due predecessori, prodigandosi alla celebrazione del prestigio dell’impero, dell’espansione militare di Roma e all’esaltazione della gens di appartenenza.

Domiziano Imperatore. Odio e amore, in mostra alla Villa Caffarelli del Campidoglio, sede espositiva all’interno dei Musei Capitolini, offre l’analisi della figura di un imperatore dalla personalità complessa che la storiografia ci ha tramandato in maniera, a tratti, negativa e contraddittoria. La parabola di un’ascesa e di un fiorente principato, interrotto dalla traumatica morte a seguito di una congiura, si è conclusa con la successiva damnatio memoriae decretata dal Senato: si tratta di una cancellazione forse mai realmente voluta, testimoniata dall’ingente numero di manufatti, epigrafi e sculture che sono giunte fino a noi, a Roma e negli angoli più distanti dell’Impero. Probabilmente si tratta di un voler riscrivere la storia solo per alcuni, limitati, casi pubblici, e non in maniera capillare e sistematica.

L’esposizione è coprodotta dal Rijksmuseum van Oudheden di Leiden – città dove, tra il 2021 e il 2022, è stata fruibile al pubblico la mostra God on Earth. Emperor Domitian - e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

La rassegna italiana è composta da 58 opere esposte anche in Olanda e da ulteriori 36 aggiunte per questa seconda edizione. L’allestimento, studiato ad hoc per i 15 ambienti della Villa, illustra candidi marmi bianchi, frammenti architettonici, elementi metallici, oggetti d’oreficeria e plastici architettonici che accompagnano il visitatore in un viaggio alla scoperta dell’imperatore Flavio grazie a cinque macro tematicheDomiziano, imperatore e caro agli deiL’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinasticaI luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di AlbanoL’intensa attività costruttiva a RomaL’impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione.

 

Corpose contropareti e liberi piedistalli blu accolgono profonde nicchie, anche dorate, entro cui sono collocati e appoggiati busti imperiali della familia Flavia e personaggi illustri di quel periodo. L’oro del fondo pone in risalto la statuaria romana, incorniciando in un’ordine architettonico bidimensionale, appena percettibile, opere come l’Efebo tipo Westmacott sotto un catino absidale dal sentore basilicale, mentre statue del Genio di Domiziano o i vari ritratti di Domiziano (come il ritratto di tipo III o con la corona civica) rivivono antichi fasti dentro nicchie semicircolari prive di copertura.

La complementarietà del blu e del giallo-oro in uno spazio espositivo bianco cattura l’attenzione del pubblico, facendo scorrere in modo fluida il susseguirsi di sale e ambienti del percorso consigliato. L’andamento ritmico evidenziato dall’allestimento si ricollega idealmente alle antiche sistemazioni urbane, in cui le sculture affollavano i portici dei fori o le esedre degli ambienti basilicali. È una scansione familiare a cittadini e turisti che affollano la città che conduce per assonanza alla Salita di Montecavallo del Quirinale, dove il nostro lento incedere verso la cima del colle è cadenzato da togati inseriti in una rossa cortina bidimensionale.

Provengono dal Museo della Civiltà Romana alcuni plastici architettonici di edifici costruiti, iniziati o terminati sotto Domiziano: il plastico dei fori imperiali con evidenziato a led il foro “di Nerva”, l’arco di Tito del 1933, lo stadio di Domiziano (oggi piazza Navona) o ancora l’anfiteatro Flavio, del 1940 circa. Il rapporto tra oggetti di manifattura Flavia e questi modellini moderni permette di comprendere il rapporto stretto tra la vita privata dell’imperatore e la sua forte personalità, desideroso di abbellire l’Urbe, ombelico dell’impero, di avere cura dei suoi cittadini (costruzione di edifici per gli spettacoli e di archi onorari), fino alle campagne militari per espandere e rafforzare i confini e, non per ultimo, l’esaltazione della gens di appartenenza, con l’edificazione del Templum Gentis Flaviae sul Quirinale, sul sito della casa natale.

Tale fervore edilizio, sospinto dal desiderio di ricostruire intere parti della città dopo l’incendio dell’80, lo si evince bene dagli imponenti resti architettonici del Palazzo imperiale sul Palatino e sul cosiddetto Foro Transitorio, posto tra il foro del padre Vespasiano e il foro di Augusto: quest’ultima importante impresa edilizia non fu mai portata termine a causa dell’omicidio, motivo per cui oggi lo conosciamo come foro di Nerva, suo successore.

Merita infine una particolare menzione la sala con i busti e le teste di alcune donne della famiglia imperiale e di personaggi femminili: Domizia Longina e Giulia, figlia di Tito: le due Auguste tanto amate sono solo due dei ritratti qui esposti, sculture contraddistinte da ampie e voluminose acconciature tipiche della moda del tempo. Si tratta di mute espressioni marmoree che riescono comunque a interloquire con i visitatori, raccontandoci il loro mondo grazie ai volti ingentiliti e agli elaborati boccoli che si riflettono negli specchi posizionati sulle pareti dietro ai busti per una visione a tutto tondo della delicatezza delle acconciature. Gli specchi circolari, oggetti di vanitas, illustrano in metafora il lato nascosto della vita di Domizia Longiano e delle donne di casa Flavia. Il visitatore può affiancare i visi familiari, connettendosi quasi vis á vis in modo sinergico.

Il volto severo della scultura loricata di Domiziano, despota tiranno come tramandato dalla storiografia a lui contemporanea, si incrina e lascia spazio a una figura differente. I nomi epurati dalle iscrizioni pubbliche divengono, forse, affrettate azioni frutto di giochi politici, e non reali volontà di cancellare dalla storia un personaggio così poliedrico e sfaccettato quale è stato l’ultimo imperatore della dinastia Flavia. Odi et amo, odio e amore. Realtà e finzione, al di qua di uno specchio, a disposizione del grande pubblico, in un mare di blu e oro.




















Informazioni

Musei Capitolini, Villa Caffarelli

Dal 13 luglio 2022 al 29 gennaio 2023
Tutti i giorni ore 9.30-19.30 
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
25 dicembre e 1 gennaio



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