Italia in-attesa, scatti di un paese sospeso
La mostra, promossa dal MiBACT e realizzata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica, presenta gli scatti che faranno parte di un fondo pensato per documentare i mesi dell’emergenza. I maestri scelti dal comitato scientifico per differenti età anagrafiche, prospettive e approcci operativi, espongono in cinque ambienti di Palazzo Barberini, tre dei quali aperti al pubblico per la prima volta. Il filo conduttore dell’allestimento, a cura del designer Enrico Quell, è il grigio chiaro, all’apparenza neutro, dei pannelli espositivi che fa risaltare i toni accesi di alcune istantanee e le nitide ombre delle fotografie in bianco e nero.
Ripercorrere i complessi mesi del 2020 attraverso il filtro dei fotografi diventa occasione per riflettere sulla situazione attuale, ancora estremamente ardua ma carica di speranza per il futuro. La documentalità, o la vertigine del lasciare traccia nella pandemia, è il desiderio di non disperdere il tempo che abbiamo vissuto. Mantenere la memoria anche “visiva” è uno strumento per decodificare l’oggi.
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